GIOVANNI PASCOLI (1855-1912)
Nacque a San Mauro di Romagna il 31 Dicembre. Nel 1867 il padre venne ucciso mentre tornava a casa, l'anno seguente morì anche la madre. Si iscrisse alla facoltà di lettere all'università di Bologna, ma tra il 18676-77 trascurò gli studi poiché si impegnò politicamente iscrivendosi all'internazionale socialista di Bologna. Nel 1879 venne arrestato e liberato poco dopo, per aver partecipato ad una dimostrazione di anarchici. Si laureò in greco e grazie Giosuè Carducci ottenne un posto al liceo di Matera, ma nell' '84 venne trasferito a Massa.
Nel 1891 scrisse la prima edizione di Myricae e l'anno dopo vinse la medaglia d'oro al concorso di poesia ad Amsterdam. Dal 1897 al 1903 insegnò letteratura latina all'Università di Messina, ma si spostò spesso nella sua casa di Castelvecchio.
Nel 1904 pubblicò i "Poemi Conviviali" e "Primi poemetti". Nel 1906 pubblicò "Odi e Inni". Nel 1909 pubblicò i "Nuovi Poemetti" e le "Canzoni di Re Enzio". Muore a Castelvecchio.
Pascoli Simbolista
L'immagine più ricorrente è quella del nido, sia come forma specifica di dimora degli uccelli sia in quella trasposta della casa, del focolare, del muro e della siepe (collegabile a Leopardi). E' al limite il grembo materno, luogo per eccellenza viscerale da cui tutto si forma, in cui la paura non esiste. Il nido insomma è simbolo dell'incapacità di vivere, in cui Pascoli esprime la sua paura di vivere. Anche il cimitero è una variazione del simbolo del nido in quanto rappresenta un continuo collegamento tra vivi e morti. Altro elemento simbolico è quello dei fiori, che rimandano alle pulsioni istintive di Eros e Thanatos (Amore e Morte), il collegamento tra fiori e morte è quindi fisso.
MYRICAE 1891
E' una raccolta di poesie divisa in 9 edizioni e 15 sezioni. L'epigrafe è ripresa dalla 4° Bucolica di Virgilio "Arbusta iuvant humilesque Myricae" "Piacciono gli arbusti e le umili tamerici". E' una poesia umile, in cui vengono raccontate le piccole cose della campagna. I temi principali sono quelli della morte del padre, la violenza degli uomini e il collegamento con i morti. Vi è un desiderio di regressione all'infanzia (nido) e al grembo materno. Il paesaggio naturale narrato è carico di significati simbolici. La metrica è tradizionale, ma delle volte è segnato un distacco notevole da essa. Vi sono una pluralità di strutture (madrigale, ballate) con forte uso del novenario e dell'interpunzione.
X Agosto
Il tema principale è quello della morte del padre. Pascoli contempla il cielo nel suo luccichio di stelle cadenti le quali corrispondono ad un pianto del cielo per l'uccisione del padre. Centro della poesia è l'accostamento della famiglia dell'autore con una famiglia di rondinini. Viene descritto il parallelismo che vi è tra la rondine uccisa mentre porta il cibo al nido e il padre del poeta assassinato mentre tornava a casa. Le vittime sono collegate con la morte di Cristo attraverso "cadde tra spini-là come in croce" (rondine), "perdono" (padre del poeta). La poesia è composta da decasillabi e novenari con rime alternate. Lungo tutta la poesia vi è un climax ascendente e circolare.
Lavandare
E' un madrigale formato da due terzine e da una quartina, i versi sono tutti endecasillabi. Le rime sono incatenate e alternate. Il lessico è tipico della vita contadina e della realtà rurale. La poesia si apre con contrasti di colore tra grigio e nero in un campo arato a metà, a questo punto si scorge l'immagine di un aratro senza buoi abbandonato in mezzo alla campagna. A questo senso nostalgico e malinconico si accompagna il lavoro cadenzato delle lavandaie che sbattono i panni mentre cantano. Questi canti sono collegati al fruscio del vento e al rumore delle foglie che si staccano dai rami. Queste immagini sono spezzate alla fine dall'immagine di una donna lasciata sola come l'aratro.
Novembre
E' composta da 3 strofe saffiche di cui 3 endecasillabi ed un quinario. Il tema principale è quello dell'illusione. Nella prima strofa il poeta da l'illusione della primavera, nella seconda vi è una disillusione e nella terza vi è la presa di coscienza dell'autunno. Il linguaggio è semplice e quotidiano, ma simbolico, in quanto deve trasmettere al lettore l'illusione attraverso i cinque sensi. "odorino amaro" è sinestesia- "Estate Fredda" ossimoro- "Gemmea l'aria" chiasmo. In tutta la poesia è presente il tema della morte, in cui via via che si legge cresce la malinconia e la tristezza.
L'Assiuolo
Viene presentato un paesaggio notturno con fremiti misteriosi di piante ed animali, un live chiarore lunare fanno da cornice al richiamo lugubre e oscuro dell'assiuolo, motivo centrale della poesia. Il canto onomatopeico che chiude ogni strofa suscita inquietudine, evoca dolori lontani e racchiude in sé il tema della morte. Attraverso il paesaggio notturno e le immagini della natura il poeta esprime la propria realtà interiore. La poesia è composta da 3 strofe di 7 novenari. Di strofa in strofa il suono dell'assiuolo diventa sempre più angoscioso.
Il nido
La primavera evoca la vita mentre l'inverno evoca la morte. Le due diverse stagioni sono caratterizzate dal cinguettio degli uccelli che si innalza al cielo e dalle foglie putride presenti sul terreno di una campagna solitaria. Il messaggio centrale della lirica è correlato al simbolo del nido, che distrutto a seguito dell'evento luttuoso, penzola dal ramo di un rametto rinsecchito. Al suo interno non vi è rimasta che una piuma: immagine del padre che costantemente torna a vigilare, ammonire e redarguire l'animo austero del poeta. Dal punto di vista metrico siamo in presenza di un sonetto con versi endecasillabi.
Frequenti enjambement e l'uso dell'interpunzione danno alla lirica una certa disarticolazione ed un andamento ipotattico. Il registro linguistico è ricercato anche mediante l'uso di immagini appartenenti all'ambito botanico e zoologico.
CANTI DI CASTELVECCHIO 1903
Raccolta dedicata alla madre. L'epigrafe è la stessa di Myricae. Attilio Momiliano, critico letterario, definì i Canti di Castelvecchio, le Myricae trapiantate in Garfagnana, alludendo alla continuità tematica tra una e l'altra edizione. La struttura è più articolata e il temi più ricorrenti sono sono quelli dell'eros e della sessualità negata.
Gelsomino Notturno
Scritto in onore di Gabriele Briganti è un epitalamio. Vi è una compenetrazione tra vita e morte. Il tema centrale è quello della prima notte di nozze. Tutti i momenti descritti sono istantanei. Nella prima strofa le rime sono alternate con i temi vita-morte. Viene descritta appieno la sessualità negata del poeta. La casa è contrapposta al nido, perché l'amore è visto come una violenza sulla donna. Le grandi cose diventano piccole e viceversa. I fiori sono appunto il simbolo di questa sessualità censurata poiché considerata un tradimento dei vincoli di sangue nei confronti del nido.
La mia sera
Aggettivo possessivo "mia" suggerisce al lettore di interpretarla in chiave simbolica, la sera alla allude alla maturità del poeta. Il paesaggio si rasserena dopo che vi é stato un temporale, anche Pascoli giunto alla sua sera trova finalmente riposo dopo le sofferenze della vita. Ogni strofa termina con la parola sera. Il percorso di regressione inizia con i nidi e l'arrivo delle rondini poiché simboleggiano la fanciullezza. Ad un certo punto questo percorso subisce un accelerazione con il suono delle campane "Don Don" (climax discendente) e si conclude con la morte "far della sera". "voci di tenebra azzurra" racchiude in sè sinestesia, ossimoro e metafora.
I POEMETTI 1897-1909
Prima edizione del 1897 è dedicata alla sorella Maria e non all'altra sorella poiché veniva considerata dall'autore una traditrice del nido. Vennero sdoppiati in "Primi Poemetti"(1897) e "Nuovi Poemetti" (1909). L'epigrafe è Paulo Maiora "un pò più in alto" in quanto si innalzano lo stile e le forme. Il tema principale è la celebrazione della piccola proprietà terriera che è rifugio della grande società industriale nascente. Vi è una sorta di messaggio di bontà e concordia tra le classi sociali. E' sempre presente il collegamento con i morti e il tema della sessualità morbosa e problematica (Digitale Purpurea). Non è da collegare con il mondo rurale di Verga poiché il suo era raffigurato in modo vero e scabro mentre questo è aulico ed ideale.
POEMI CONVIVIALI
Composti nel lungo periodo che va dal 1897 al 1904. Sono dedicati all'amico Adolfo de Bosis (direttore del Convito, da cui ne deriva il nome, allusione ai poemi greci). E' una poesia raffinata ed elegante in cui si celebrano personaggi storici e mitici, non per la loro grandezza, ma per il loro limite.
Alexandros
Sono sei sezioni di tre terzine dantesche, chiuse da un endecasillabo. Nelle prime quattro sezioni è l'imperatore macedone del IV sec. a narrare le sue imprese sino a giungere ai limiti del mondo conosciuto. Osservando che lo avevano conquistato tutto diviene infelice e triste. Nelle ultime due sezioni è Pascoli in prima persona che riflette sulla nullità della gloria terrena e riprende il tema del fanciullino.
IL FANCIULLINO 1897
E' stato scritto in prosa ed è un documento di poetica in cui Pascoli esprime il suo pensiero riguardo l'infanzia. Poeta è colui che conserva intatto l'animo di un fanciullo che ha naturale capacità di ingigantire le piccole cose e rimpicciolire quelle grandi. E' definito anche novello Adamo in quanto da il nome alle cose come se le scoprisse per la prima volta.