sabato 11 maggio 2013

Jeremy Bentham

Jeremy BENTHAM  (1748-1832)
Fu il principale esponente dell'utilitarismo, si occupò prevalentemente di etica e di politica, dicendo che bisognava perseguire la massima felicità possibile per il massimo numero di persone.
L'intera vita umana, spiega Bentham, è segnata dal piacere e dal dolore, in cui i moventi di tutte le azioni sono la ricerca del piacere e la fuga dal dolore. Tale formula è da lui riassunta nel "principio si utilità", dove per felicità si intende appunto la presenza di piacere e assenza di dolore.
In quanto il piacere immediato non è possibile da raggiungere per il massimo numero di persone bisogna limitarlo notevolmente, in modo tale da recare la massima felicità possibile ad il massimo numero di persone.
Attraverso il "calcolo quantitativo dei piaceri", che costituisce il suo contributo più originale all'utilitarismo, Bentham pone delle caratteristiche al piacere in modo da scegliere i piaceri più adeguati alle proprie esigenze: -durata; -intensità; -certezza; -prossimità; -capacità di produrre altri piaceri; -assenza di conseguenze dolorose. Attraverso tali inquadrature di tipo aritmetico, secondo Bentham si riuscirà a fornire una base scientifica alla morale.
Uno dei punti vista più famosi di Bentham fu quello di cercare di limitare la pena di morte solo ai delitti più gravi, mentre in politica fu democratico ed egualitario. Era però contrario a qualsiasi tipo di religione.