sabato 4 maggio 2013

Luigi Pirandello

LUIGI PIRANDELLO (1867-1936)

Nasce a Girgenti da famiglia agiata e il padre era direttore di delle zolfare in Sicilia. Compie gli studi liceali e successivamente si iscrive all'università di Palermo per poi trasferirsi a quella di Roma.
Qui in seguito ad un contrasto con un professore è costretto a lasciare Roma e spostarsi a Bonn dove si laureò nel 1891 con una tesi sulla dialettologia di Girgenti. Nel 1893 scrive il suo primo romanzo L'Esclusa e nel 1894 sposa Maria Antonietta Portulano. dal 1897 iniziò a lavorare come supplente di lingua italiana presso l'istituto Magistero di Roma.
Nel 1903 conosce anch'egli come Svevo il declassamento, a causa di un allagamento in una miniera di zolfo del padre. Oltre al dissesto economico, Pirandello è costretto a sorreggere la moglie che viene colpita da una follia irreversibile. Questo diviene un tormento continuo, tanto da essere visto come germe della concezione familiare come trappola che imprigiona e soffoca l'uomo.
Dal 1910 ebbe il primo contatto con il mondo teatrale e nel 1922 abbandonò la cattedra universitaria per dedicarsi completamente al teatro. Nel mentre il figlio Stefano, partito per la guerra, venne imprigionato e la moglie venne rinchiusa in una casa di cura fino alla morte.
Aderì al fascismo considerandolo costruttivo per una nazione in dissesto come l'Italia e nel 1934 vinse il premio Nobel per la letteratura a Stoccolma. Morì lasciando incompiuto l'ultimo lavoro "I giganti della montagna".

Visione del mondo
Alla base della visione del mondo pirandelliano vi è una concezione vitalistica che è stata ripresa da filosofi come Bergson e Binet, per la quale la realtà è un perpetuo movimento vitale, un incessante trasformazione da uno stato all'altro. Per Pirandello noi siamo dunque  parte indistinta dell'eterno fluire, ma tendiamo a cristallizzarci in forme individuali, cercando di crearci una propria personalità coerente ed unitaria. In realtà però questa personalità è un illusione, poiché non siamo solo noi a darci una determinata forma, ma anche gli altri dall'esterno, divenendo nessuno. E' detto quindi anche dallo psicologo Binet, secondo cui in un individuo coesistono diverse personalità, che quel nessuno è identificato come continua trasformazione da uno ad un altro stato.
L'idea classica dell'individuo creatore del proprio destino ora scompare, l'individuo non conta più, si frantuma in una serie di stati incoerenti. La presa di coscienza di questo nessuno provoca angoscia, smarrimento e solitudine, anche quando il soggetto viene fissato dagli altri in forme in cui non si riconosce. L'uomo si vede vivere sdoppiato. Le maschere impostegli dalla società comportano l'incomunicabilità e la difficoltà nel linguaggio.
Queste forme sono sentite come una trappola in cui l'uomo cerca di liberarsi. La società gli appare come una costruzione artificiosa e fittizia che porta alla morte senza accorgersene. Queste forme fittizie che la società impone vengono derise e disgregate dalle opere di Pirandello.
L'istituto in cui si manifesta per eccellenza la trappola è la famiglia, portatrice di odio, rancore, ipocrisie e menzogne. L'altra trappola è quella della condizione economica, costituita dalla condizione sociale e dal lavoro, che non ha nessuna via d'uscita nemmeno in altre forme di società diverse. L'unica via di relativa salvezza è l'immaginazione, che trasporta altrove l'animo in modo fantastico, come per l'impiegato Belluca nel "treno ha fischiato", che sogna paesi lontani sopportando il lavoro e la famiglia.
Altra via di salvezza, strumento per eccellenza di contestazione, è la follia. E' l'arma di colui che riduce all'assurdo e rivela l'inconsistenza  della realtà, come in Enrico IV o Uno Nessuno Centomila.
Questo rifiuto alla vita sociale crea nelle opere Pirandelliane la figura del Forestiere, colui che ha capito il gioco della vita e si isola guardando vivere gli altri dall'esterno con superiore consapevolezza, rifiutando di assumere una forma nella trappola che è la vita con un atteggiamento umoristico di irrisione e pietà.
Questa è definita Filosofia del lontano, ovvero essere spettatori della vita da una grande distanza, rinunciando a prendere parte ad essa per evitarne il dolore.
Da "il fu Mattia Pascal" emergono gran parte delle teorie filosofiche pirandelliane. Non esiste una sola verità, ma tante quante sono le persone che credono di possederla, per tanto non esiste una verità assoluta poiché ad essa se ne potrà sempre contrapporre una contraria.
Da questo relativismo gnoseologico deriva il relativismo psicologico, per il quale vi è una variabilità dei nostri stati d'animo a seconda degli ambienti e delle circostanze in cui ci troviamo.
Si trova quindi un contrasto indissolubile tra vita (flusso vitale) e forma (convenzioni sociali) che trova soluzione nell'immaginazione mentre la follia nella frammentazione dell'io.

L'UMORISMO  1908
Saggio che si compone di una parte storica in cui viene esaminato l'umorismo e le sue manifestazioni e una parte teorica in cui viene definito il concetto stesso di umorismo.
L'opera d'arte nasce dal libero movimento della vita interiore. Dal passo letto in classe grazie all'esempio della vecchia signora che si veste come un pappagallo si capisce che "l'avvertimento del contrario" è il comico, mentre "il sentimento del contrario" è l'atteggiamento umoristico. La riflessione è l'elemento che intercorre tra loro.
L'umorismo è chiamato inoltre "fuori di chiave", cioè disarmonica e piena di dissonanze  in cui ogni pensiero genera sempre contemporaneamente il suo opposto. E' l'arte moderna per eccellenza, poiché riflette un mondo non più ordinato ed armonico, ma frantumato in cui sono presenti ambiguità e contraddizioni. L'umorismo quindi riesce a  criticare mettendo in ridicolo e incerto le sicurezze apparenti.

CIAULA SCOPRE LA LUNA 1912
La novella rivela legami con un testo esemplare del verismo: Rosso Malpelo. Gli aspetti più evidenti sono la rappresentazione del duro lavoro nelle miniere e la figura del reietto collocato all'ultimo gradino della scala sociale. Vi sono però delle divergenze : Rosso è un eroe intellettuale, poiché Verga compie delle ricerche accurate sulla lotta per la vita; mentre Ciaula è  un minorato mentale che vive una vita puramente  istintiva quasi animale e del tutto priva di consapevolezza. (interesse nel far emergere le contraddizioni della mente). La descrizione  dell'emergere all'aperto dai cunicoli della miniera è una rappresentazione simbolica di nascita. La miniera può essere considerata l'utero della Madre Terra, ma anche il regno degli inferi poiché all'uscita all'aria aperta Ciaula si sente come  rinato. La scoperta della Luna è inoltre una vera e propria teofania, un'apparizione del divino che ridà vita. E' come se fosse un'esperienza mistica, una fusione panica con la vita universale. Si riflette in un umbito decadente.

IL TRENO HA FISCHIATO  1914
Narra la storia/episodio di un umile impiegatuccio di nome Belluca, che di lavoro fa il computista e ne è alienato, in quanto deve mantenere in casa sua 3 cieche (moglie-suocera-sorella suocera) e 2 figlie vedove. E' l'unico a lavorare in casa ed avevano a disposizione solo 3 letti per 12 persone, si era trovato così una mansione notturna, quella del copista. Un giorno a lavoro Belluca si ribella rifiutando gli ordini del capo ufficio. Tale atto è preso come una follia, un metodo per liberarsi dalle trappole della vita che sono la famiglia e il lavoro, ed in un secondo momento immaginazione perché pensa ad un treno che ha fischiato e lo porta in tutti i paesi che vuole. Alla fine Belluca tornerà ad una cosiddetta normalità, poiché segnato dall'indossare la maschera che gli impone la società. Appare sia l'avvertimento che il sentimento del contrario.

L'ESCLUSA  1893
E' il primo romanzo scritto da Pirandello alla sola età di 26 anni. Viene pubblicato nel 1901 sul quotidiano "La Tribuna" dopo che gli venne cambiato il titolo Marta Ajala (protagonista). E' la storia di una donna accusata ingiustamente di adulterio che viene cacciata di casa, anche se innocente e riammessa dal marito dopo che era effettivamente colpevole. Troviamo una narrazione in terza persona con lo strumento dell'indiretto libero e il romanzo presenta due lati che procedono di pari passo lungo la narrazione. Da un lato la vicenda seria, dall'altro una galleria di figure ridicole ritratte con umorismo.

IL FU MATTIA PASCAL  1904
Il romanzo è raccontato dal protagonista stesso mentre vive i fatti e presenta le forme più tipiche dello scrittore: 1) la trappola delle istituzioni sociali che imprigionano l'uomo; 2) critica dell'individualità che si rivela inconsistente, le maschere imposte dalla società; 3) l'estraniarsi dal meccanismo sociale da parte di chi ha capito il gioco (forestiere della vita). E' la storia di un bibliotecario di un paese immaginario ligure(Miragno). Ha una vita priva di soddisfazioni e insopportabile, poiché imprigionato nelle trappole che sono la famiglia e il lavoro. Decide di partire e andare negli Stati Uniti non lasciando traccia di sé, ma passando per Montecarlo vince una grossa somma al casinò. Alla stazione ferroviaria trova il suo necrologio, così decide di farsi una nuova identità invece di vivere immerso nel fluire della vita, perché il suo attaccamento alla trappola sociale è troppo alto. Egli però soffre poiché il crearsi un'identità falsa non gli permette di avere una vita normale, costringendolo ad osservare la vita dall'esterno, senza prendervi parte. Torna così al paese natio e in famiglia dove però la moglie si è già sposata con un altro, mettendo alla luce un figlio. Non gli resta dunque  che adattarsi alla condizione sospesa di forestiere della vita, che contempla dall'esterno, consapevole di non essere nessuno. Nell'episodio finale si dedica a scrivere la sua esperienza e discute con l'amico Don Eligio sulla morale che gli suggerisce essere "è impossibile rinunciare alla nostra identità, socialmente determinata".

PATENTE
Novella in cui il protagonista è tristemente riconosciuto come uno iettatore (colui che porta iella) e il quale rendendosene conto mette in atto un processo che faccia diventare questa sua sfortuna in fortuna. Pensa a creare una patente di iettatore, con la quale, presentandola nei luoghi dove la superstizione e l'ignoranza hanno la meglio sulla gente, si farà pagare in modo tale da andarsene da quei luoghi, come ad esempio i casinò.

UNO, NESSUNO CENTOMILA
Romanzo il cui protagonista è Vitangelo Moscarda che un giorno scopre dalla moglie di avere dei difetti fisici dei quali egli non se ne era mai accorto. La gente gli attribuisce 100mila identità, lui pensa di essere uno, ma in realtà è nessuno.